venerdì 10 febbraio 2012

INIZIO (Interiterazione)

Nel centro della stanza X. cominciò ad urlare. Urlava un suono continuo costante armonico, ed era solo. L’intero edificio disabitato: 36° piano: il cielo inesistente. Le strade intorno non conducevano in nessun luogo. Nessuno in nessun luogo nessuno. X. aveva murato porte e finestre: nessuno lo poteva sentire. I muri vuoti. La pancia vuota. Le unghie lunghe si staccavano nere. Nessuna luce. Ininterrotto impossibile il suono del suo urlo. Divenne solido. Il suo corpo un’estremità di quel nuovo luogo: il suo suono. Nessuno lo poteva udire. I muri rotti, il suono fuoriusciva e solidificava: il suono che nessuno udiva. Il suono. Di perfezione netta, tale da non essere udibile. Spaccò e crollò. Uscì. Coprì le cose. Il suono. Il suono nuovo. Urlato. X.